Mangiare di notte fa ingrassare di più

Se almeno una volta nella vita siamo stati a dieta, lo sappiamo: di notte frigorifero e scorte alimentari diventano nemici ancora più agguerriti.

Recentemente, l’Università di Pennsylvania ha condotto una ricerca che lo dimostra scientificamente, studiando l’orologio circadiano di alcuni topi da laboratorio. Il sistema circadiano è un “orologio” interno che dura circa 24 ore e scandisce moltissime delle attività fisiologiche del nostro organismo. Prima di tutto, scandisce e determina l’equilibrio giorno-notte. In questa sua funzione, il ritmo circadiano risulta essere molto condizionato dalle differenze di luce e buio, ma anche dalla temperatura ambientale.

Ciò che è meno noto, tuttavia, è che questo ritmo influenza fortemente la secrezione degli ormoni e, quindi, anche il nostro appetito. Normalmente, infatti, il nostro senso di fame diminuisce col buio, con l’aumentare della stanchezza e l’inizio della sensazione di sonno. E’ un’esigenza fisiologica: di notte, il nostro corpo è “programmato” per consumare meno calorie e il nostro metabolismo è molto più lento.

Il rallentamento del metabolismo basale è la principale spiegazione del perché si ingrassa di più mangiando di notte.

Altra causa, inevitabile, dell’accumulo di grasso è data dal fatto che spesso quello che si mangia di notte è “un di più” rispetto alle esigenze corporee. Durante il giorno, in altre parole, abbiamo generalmente mangiato a sufficienza per garantire l’ottimale funzionamento del nostro organismo.

In più, con lo scendere del buio, spesso cala anche la nostra capacità di controllo, e questo fa sì che ci concediamo di mangiare cibi magari accuratamente evitati durante il giorno. E’ dimostrato, infatti, che il Junk Food – o cibo “spazzatura” – viene consumato di più nelle ore serali e notturne.

Ma perché mangiamo di notte?

Certo, non dobbiamo tenere molto a conto le notti in cui ci capita di fare le ore piccole con gli amici, oppure le occasionali visite notturne al frigorifero, quando questo capita raramente. Stiamo parlando, invece, di abbuffate notturne abituali, ed è a questo comportamento che dobbiamo stare attenti, perché spesso è associato ad un disturbo chiamato Night Eating Syndrome (NES), una sindrome composta da una serie di sintomi, i cui principali sono insonnia e attacchi di ansia. E’ stimato che oggi la NES interessi circa l’1,5% della popolazione e coinvolga prevalentemente le donne, tra i 30 e i 40 anni d’età.

Non dormiamo, siamo agitati, preoccupati o insoddisfatti e cerchiamo di placare l’ansia mangiando. Col risultato di introdurre nell’organismo sostanze che difficilmente, nelle ore notturne, vengono ben digerite e che vengono metabolizzate con difficoltà. Gli stessi alimenti – e nelle stesse quantità – che possiamo mangiare di notte ci farebbero ingrassare la metà se mangiate alla mattina, quando il nostro metabolismo è in piena ripresa e molto più attivo.

Quando si riconosce di avere un’abitudine ricorrente a mangiare di notte, il consiglio migliore è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, ancor più che ad un dietologo o ad un medico nutrizionista. La NES, infatti, non va autodiagnosticata: si tratta – è bene ricordarlo – di una Sindrome associata  a disturbi psicologici dell’umore e del sonno, e per questo va considerata e trattata con cura.

Dietaonline.it

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