
Il latte biologico: nutre e fa bene (dati alla mano!)
Non esiste ancora un documento all’interno della letteratura che ci parla di latte biologico e pertanto per poter affrontare questo argomento ci è necessario approfondire alcuni studi campionari e indagini strutturate che consentono di mettere in luce alcune principali caratteristiche del comparto lattiero caseario.
Le informazioni statistiche sull’agricoltura biologica a livello internazionale si basano essenzialmente sull’uso dei terreni certificati per l’agricoltura biologica o in conversione. Questo consente di stabilire un quadro abbastanza dettagliato per quanto riguarda le coltivazioni, mentre non è possibile riportare dei dati inerenti agli allevamenti.
Secondo i dati della commissione europea, nel 2007 erano presenti ben 27 550.000 vacche da latte certificate come biologiche in un incremento annuo del 6,2% rispetto al 2002.
Le vacche lattifere di produzione biologica sono il 2,3% del totale delle vacche europee.
L’incidenza dell’allevamento da latte biologico appare relativamente maggiore nei paesi in cui i costi di produzione del latte convenzionale sono relativamente più elevati a causa del carattere intensivo dell’allevamento. Al vertice della classifica abbiamo l’Austria dove il 15,6% delle vacche da latte è allevato con certificazione biologica, seguita da Danimarca (9,6%) e Italia (3,2%).
Arrivando al nostro consueto appuntamento con la spesa quotidiana, possiamo però notare che il latte biologico ha un prezzo più elevato rispetto a quello proveniente da agricoltura convenzionale. Secondo la stessa indagine che citavamo prima, circa i due terzi dei produttori che hanno accettato di partecipare all’intervista ritiene che i costi per la produzione di latte biologico siano maggiori di quelli per il latte convenzionale del 10-30%, valori che scendono se consideriamo anche la trasformazione dei prodotti. Le aziende che trasformano i prodotti in proprio indicano un aumento del costo del 10-20%, mentre per le aziende che si limitano alla commercializzazione e vendita del latte (senza effettuare trasformazioni) indicano un aumento del 20-30% dei costi di produzione. L’incremento percentuale del prezzo di vendita rispetto al latte convenzionale, considerato minimo per giustificare la produzione di latte biologico, risulta coerente con quanto visto sui costi di produzione.
Così come quando abbiamo parlato di uova, la differenza di prezzo tra il latte biologico e quello convenzionale è davvero minima, e per di più, stavolta ben snocciolata nell’articolo.
Ma la qualità del latte biologico è reale?
Il latte biologico è qualitativamente è migliore, così come specificato in vari articoli. Come troviamo anche sul sito web di un importante azienda Bolognese (www.granarolo.it), il latte (alimento importante sin dalla nascita) biologico presenta un valore aggiunto non solo per l’assenza di sostanze nocive, ma anche per una migliore qualità nutrizionale. Un gruppo di scienziati britannici ha sollecitato le autorità sanitarie della Gran Bretagna a dichiarare ufficialmente la superiorità nutrizionale del latte biologico, grazie al suo maggior contenuto di vitamine e acidi grassi essenziali. Il latte biologico, hanno asserito, non solo è esente da antibiotici ma è anche molto più ricco di acidi grassi essenziali come gli omega 3.
È dimostrato che le mucche allevate con metodo biologico traggono molti benefici dal poter pascolare in spazi più ampi rispetto alle mucche allevate in modo convenzionale. E i benefici si trasferiscono ai consumatori di latte biologico. Nel latte biologico, infatti, i livelli di vitamina E, di acidi grassi omega 3 e di antiossidanti sono più elevati. Lo studio, realizzato dall’Università di Newcastle, ha documentato che il latte biologico contiene in media il 50% in più di vitamina E rispetto a quello tradizionale e anche il 75% in più di beta carotene, che nel nostro organismo viene convertito in vitamina A. La quantità degli antiossidanti, luteina e zeaxantina, è dalle due alle tre volte maggiore rispetto a quella del latte convenzionale. Inoltre, il latte biologico è ricco di acidi grassi omega 3, sostanze che giocano un ruolo fondamentale per il corretto sviluppo del cervello (qualità intellettive) e della retina (acuità visiva) sin dai primi anni di vita.
Anche uno studio scientifico realizzato in Danimarca nel 2007 ha indicato che il latte biologico ha livelli elevati di vitamina E, di acidi grassi omega 3, di sostanze antiossidanti naturali e di betacarotene. Ulteriori conferme giungono da uno studio olandese che mette in evidenza come le mamme, che durante la gravidanza e l’allattamento consumano latte biologico, aiutano i loro bambini a combattere più efficacemente malattie allergiche come l’eczema e l’asma. Infatti, nel latte materno delle madri che seguivano un’alimentazione biologica (latte, formaggi, carni) sono state riscontrate concentrazioni più elevate di acidi grassi insaturi, in confronto con le madri che consumavano prodotti non biologici. Lo studio, inoltre, suggerisce che i benefici effetti sulle allergie possono registrarsi anche se il bambino beve direttamente il latte biologico. L’attenzione sull’aumento globale di eczema e asma nei paesi a dieta occidentale è in continua crescita e rappresenta un grave problema sanitario.
La prossima settimana, nel nostro articolo snoccioleremo ancor meglio la questione del latte biologico grazie ad una pubblicazione della Regione veneto e la settimana successiva ancora spiegheremo il settore lattiero-caseario con un particolare approfondimento sui trasformati BIOLOGICI.
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BIBLIO: Erik Proderutti – Bioreport 2013, l’agricoltura biologica in italia, Rete Rurale 2007-2013, Coordinamento di francesca Marras, Roma 2014.
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