L’arancia: un viaggio tra i sensi

Non c’è Inverno senza arancia. Non si può pensare a questa stagione senza quei meravigliosi frutti dissetanti e polposi che colorano le nostre tavole col loro caldo, intenso colore.

Lasciamoci guidare dai nostri sensi e proviamo a descrivere quel che può celarsi dietro ad ogni parte del frutto protagonista di oggi: l’arancia.

Partiamo dal tatto e stringiamo tra le mani questo alimento. La forma è sferica, e ricorda una piccola palla gustosa, che quasi sembra supplicarci di essere lanciata… aspetto che ad Ivrea conoscono bene, tanto che l’arancia diventa la sua sovrana ogni anno durante il Carnevale. Questo paese della provincia di Torino, infatti, è celeberrimo per i festeggiamenti in quest’occasione: l’attrattiva maggiore, però, sono né i carri allegorici, né i costumi fantasiosi che ognuno di noi si aspetterebbe, bensì è una battaglia.

La battaglia delle Arance di Ivrea, infatti, si svolge negli ultimi tre giorni del Carnevale ed attira migliaia di curiosi da ogni parte del mondo, malgrado possano incappare nel rischio di essere colpiti durante questa sfida all’ultimo, succoso, colpo.

Se continuiamo ad accarezzare la buccia del nostro frutto con i polpastrelli, percepiamo anche una ruvidezza molto molto leggera, ma che è diventata il termine di paragone per alcuni tipi di superficie, tanto che si parla di “pelle a buccia d’arancia”, o di “superfici edili a buccia d’arancia”.

Ora sbucciamola, e lasciamoci sedurre dal suo profumo, intenso, inconfondibile, profumo che ha ispirato uno dei più grandi poeti della nostra epoca, Pablo Neruda, che scrisse “Ode all’arancia”, di cui citiamo l’ultima strofa:

“Arancione sia
la luce
di ciascun
giorno,
e il cuore dell’uomo,
i suoi grappoli,
acido e dolce siano:
sorgente di freschezza
che abbia e che preservi
la misteriosa
semplicità
della terra
e la pura unità
di un’arancia.”

Non solo Neruda ha dovuto cedere al fascino di questo frutto, ma lo ritroviamo nelle opere di diversi scrittori italiani, come Vittorini, che ce ne parla in “Conversazione in Sicilia”, o Capuana, che lo trasforma in un oggetto prezioso nella favola “Le arance d’oro”, o ancora Verga e, se vogliamo respirare un’aria internazionale, non possiamo non citare il celebre “La ragazza delle arance”, di Jostein Gaarder, famoso scrittore norvegese.

Arance al tatto, all’olfatto e ora arance alla vista, con uno dei pittori più famosi della storia dell’arte, Paul Cèzanne, che nel 1899 realizzò il dipinto a olio “Natura morta di mele e arance” e con Emilio Isgrò, lo scultore che nel 1998 donò al comune di Barcellona Pozzo di Giotto, nel Messinese, il suo monumento più importante, che rappresenta un seme di arancia, simbolo della rinascita economica di un paese che vive della coltivazione degli agrumeti.

E il gusto?! Non ha bisogno di grandi descrizioni l’inconfondibile sapore del succo d’arancia, la bevanda che spesso disseta i nostri risvegli mattutini. Le arance sono frutti leggeri, infatti presentano solo 40 kcal per 100 g, inoltre sono apprezzate per l’alto contenuto di vitamina C. A seconda dell’utilizzo, esse si dividono in arance bionde, deliziose da mangiare spicchio dopo spicchio, e in arance pigmentate, ideali per essere spremute.

Resta solo l’udito. A questo senso possiamo legare gli echi di antiche leggende, come quella che ha per protagonista Giunone, la sposa di Giove. La dea, infatti, portò in dote alcuni alberelli dai frutti d’oro, alberelli di agrumi, simboli di fecondità e amore, che Giove fece custodire in un giardino sorvegliato dalle ninfe Esperiti e da un terribile drago.
I frutti tornarono poi agli uomini grazie al coraggioso Ercole, che sconfisse il drago nella sua undicesima fatica.

fiori d'arancioSimboli di fecondità e purezza, i fiori d’arancio vengono ancora oggi usati nelle celebrazioni nuziali e lo ricorda anche la cantautrice nostrana Carmen Consoli, che in “Fiori d’arancio” canta:

“Ricordo il giorno del mio matrimonio,
L’abito bianco di seta ed organza,
Fiori d’arancio intorno all’altare,
Aspettavo il mio sposo con devozione.”

Finisce qui il nostro breve viaggio tra i sensi risvegliati dal frutto re dell’inverno, l’arancia, che, nella sua apparente semplicità, riesce a raccogliere in sé storie senza fine.

cover photo credit: bgolub via photopin cc

photo credit n°2: gelinh via photopin cc

Chiara Volonte

Sono Chiara, laureanda in Lettere Moderne e adoro scrivere. Sono nata il primo Aprile e credo sia anche per questo che in quel che vivo spesso trapeli l’essenza del mio essere “scherzo della Natura”. Sogno una vita costellata da rapporti umani. Neofita del web, imparo volta per volta i misteriosi vocaboli di questo nuovo linguaggio. volontechia@gmail.com

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