La ricetta? Non solo una guida per cucinare.

Claude Lèvi-Strauss (1961), antropologo, psicologo e filosofo francese, asseriva che la mente umana è come un bricoleur, artigiano eccezionale che in momenti di ispirazione può modellare o costruire oggetti culturali carichi di significato. Tale abilità umana si riverbera per esempio in cucina, luogo per antonomasia dello scambio e della contaminazione di prodotti, ricette, menù, piatti, gusti, abitudini e novità. Il corpo del piatto canalizza la mente del suo creatore, lasciando allo stesso tempo al cibo la possibilità di parlare di sé.

Il cibo è sempre legato ad una storia di luoghi, di tradizioni e di persone. Senza questi elementi esso non avrebbe significato.
Tra coloro che hanno contribuito a trasmettere i sapori e i saperi legati alla cucina, spicca la figura di Pellegrino Artusi, considerato il maestro e padre fondatore della cucina italiana moderna.
Egli intuisce che la ricetta non è soltanto un testo scritto, non è soltanto una guida per cucinare meglio ma è anche l’espressione autentica della cultura di un territorio.
Dal 1891 al 1911, si dedica alla stesura de “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, manuale pratico di cucina e primo ricettario nazionale che oltre ad essere indirizzato agli italiani, è stato fatto dagli italiani.
Il pubblico di questa raccolta ha aiutato molto il nostro scrittore per la redazione delle sue 790 ricette, mandandogli per esempio consigli, osservazioni e riflessioni personali che gli hanno consentito di migliorare e incrementare di volta in volta la consistenza del manuale.
La lingua impiegata doveva essere unica e comprensibile a molti e di fronte a questa esigenza, Artusi opta per il fiorentino parlato, scelta che ha spinto molte persone a considerarlo “il Manzoni” della lingua gastronomica italiana.

Quando l’autore decide di scrivere “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, il suo obiettivo principale è quello di unire gli italiani a tavola e di diffondere, soprattutto tra le donne italiane, gli strumenti adatti per riconoscere la loro cucina.
Il ricettario dell’Artusi è una vera e propria scuola creativa di cucina e vuole trasmettere un sapere e un “saper fare” in grado di conservare un rapporto intimo con l’alimentazione, rapporto intimo inteso come patrimonio che non deve essere perduto.

Non tutti possono diventare dei grandi artisti ma tutti possono cucinare e trovare in questo universo in continuo divenire che è la cucina, nuove idee per nuove creazioni.
Basta soltanto avere un pizzico di coraggio, voglia di fare e di sperimentare qualcosa di nuovo, poiché ogni sapore è unico, ma combinando gli ingredienti tra loro vengono fuori una scossa di sapore e una scossa di cultura inedite.
Dalla prefazione di questo testo si legge: “la cucina è una bricconcella; spesso fa disperare ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superato una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria”.

José Galizia

2 Comments

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    Caroline Cormaci Ottobre 28, 2016

    Molto bello!

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    Leone Novembre 01, 2016

    Leggere l’articolo è paragonabile alla sensazione che si prova nel visualizzare gli scatti del fotografo che accompagnano il lettore in un immaginario viaggio che lascia a bocca aperta!

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