Il biologico non certificato

Una riflessione

Questo articolo mi è stato ispirato da un episodio che mi ha fatto riflettere (in maniera più approfondita) su alcune questioni che riguardano proprio il biologico.

Ho ricevuto in omaggio un sacchetto di fagioli zolfini, tipici della Toscana. La persona che me li ha regalati, spiegandomi che erano di propria produzione, mi ha anche detto … scherzando: “Certo non sono biologici, ma li produco davvero con cura” e in quel momento ho pensato a tutti coloro che producono e crescono, un po’ come dei figli, le loro coltivazioni o i loro allevamenti. Pensavo anche a tutte quelle piccole aziende che non possono permettersi di avere la certificazione di “azienda che produce biologico” (ve lo dico con semplicità senza usare sigle o codici di cui vi ho già parlato), ma che seguono in maniera scrupolosa i metodi della lavorazione biologica, e che si vedono a volte chiusa la porta di molti mercati perché sono aziende piccole, economicamente impossibilitate ad equipararsi ad altre aziende più grandi, che hanno i mezzi economici per soddisfare i criteri di legge e l’iscrizione alla categoria biologica. Questo è quello che io chiamo il “biologico non certificato”

Cosa pensano i venditori

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Lavorando in una grande azienda del settore alimentare, molto attenta al biologico, ho fatto quindi un bel giro tra i reparti, chiedendo ai responsabili l’importanza del “marchio biologico” e se loro avessero qualcosa che rispettasse i parametri del biologico ma non avesse il “bollino” (come lo chiamo io). La risposta è stata un po’ quella che mi aspettavo! Il biologico ovviamente è importante e molti clienti lo richiedono, ma effettivamente ci sono cose nei loro reparti che pur non essendo biologici sono considerati alla stessa stregua degli altri, per lavorazione, cura e gusto.

Attenzione all’etichetta

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Con questo voglio solo invitarvi a scegliere i vostri prodotti anche in base a quello che trovate scritto sull’etichetta, quella in particolare che non sempre reca la dicitura “BIO” e a farvi consigliare da chi sta dall’altra parte del bancone, che è sicuramente il più consapevole di ciò che vende, sempre ovviamente che sia una persona fidata… e seria.

Per il mercato, per i grossi ipermercati, ovunque siate a fare la spesa, spendete qualche minuto in più per leggere, informarvi… e in questo modo riuscirete anche a tutelarvi dai “falsi biologici”… perché come in tutte le cose, anche nel cibo a volte l’apparenza inganna!

Fio Palmieri

Fiorella Palmieri, aka LellaCook, 32 anni, scrittrice dalla nascita e piccola chef per passione. Laureata in scienze geografiche e specializzata in giornalismo ha lavorato in diversi ambiti dell'editoria, da Radio Vaticana a Confindustria fino ad approdare all'Ufficio Stampa di Eataly Roma, dove gestisce anche i canali social.Fiorella Palmieri, aka LellaCook, 32 anni, scrittrice dalla nascita e piccola chef per passione. Laureata in scienze geografiche e specializzata in giornalismo ha lavorato in diversi ambiti dell'editoria, da Radio Vaticana a Confindustria fino ad approdare all'Ufficio Stampa di Eataly Roma, dove gestisce anche i canali social. La trovate su: Facebook: www.facebook.com/Lellacookblog Twitter: twitter.com/lellanews Pinterest: pinterest.com/LellaCook Instagram: instagram.com/lellanews Linkedin:linkedin.com/in/fiorellapalmieri

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