
Da un orticello si finisce nelle terre dell’America Centrale. Il trait d’union? Il RAVANELLO!
Il post di questa settimana nasce in un orto, mentre un ragazzo con la passione per la semina affonda le sue nude mani nella terra umida di un’estate particolarmente uggiosa.
Lo osservo mentre chinato e attento sposta fitti ciuffi di foglie lunghe e tenere: il suo sguardo è rivolto verso il basso, là dove la terra smossa lascia intravedere piccole protuberanze colorate. Tra il verde dei ciuffi e il marrone del terriccio, infatti, fanno capolino il rosso vivo, il bianco, il nero di radici gonfie e arrotondate.
Sono i RAVANELLI, piante eduli della famiglia delle Crucifere e se, come me, vi state domandando se davvero si scriva con la V, mentre la vostra mentre ricorda vagamente una dicitura differente, vi riporto che i dizionari italiani segnalano come dicitura corretta la parola ravanello, mentre indicano come varianti minoritarie sia rafanello che rapanello.
Che si pronunci con la V, la F o con la P, comunque, si fa riferimento sempre a quella dissetante radice dal sapore lievemente piccante, ottima da fare in insalata e dal gusto deciso e inconfondibile.
I ravanelli sono ortaggi dal basso potere calorico e ad alto contenuto d’acqua, di fibra, di sali minerali e di vitamine. Esistono diverse varietà di questo alimento, tra cui Saxa, Cherry Belle e Maria, dalla forma tonda e dal colore rosso, Candela di Ghiaccio, dal colore bianco e dalla forma allungata e Candela di Fuoco, rosso e anch’esso dalla forma allungata, oppure non dimentichiamoci di quello pallido, rappresentato dall’acconciatura della Littizzetto nel film del 2001 dal titolo “Ravanello Pallido”, per l’appunto.
Ciò che più di tutto li contraddistingue, però, è quel sapore lievemente piccante che si percepisce ai bordi della lingua quando li si gusta.
SQUISITI!
Variopinti e piccanti i nostri ravanelli ci fanno volare in Messico, precisamente ad Oaxaca, dove ogni 23 Dicembre si festeggia la “Notte dei Ravanelli”, “Noche de rábanos”, manifestazione storica e tradizionale messicana le cui origini risalgono al XVI secolo, quando venne istituito il primo mercato per la cena di Natale. In quell’occasione, i coltivatori usarono per la prima volta i ravanelli come ornamento per attirare l’attenzione degli acquirenti, intagliandoli a forma di persone e animali.
Da allora, venne istituito l’evento in cui orticultori, fruttivendoli e agricoltori intagliano ed espongono il proprio ravanello, partecipando ad un concorso la cui premiazione avviene a fine festa.
Ed ecco come da un orticello siamo finiti in Messico grazie a dei piccoli ortaggi tondi e colorati, l’ ennesimo esempio di come non si parli mai “solo” di alimenti!
SINTESI:
Gli ortaggi ci fanno volare in Messico! Ecco come da un orticello si finisce nelle terre dell’America Centrale. Il trait d’union? Il RAVANELLO!
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